{"id":11036,"date":"2020-06-23T00:36:08","date_gmt":"2020-06-22T22:36:08","guid":{"rendered":"https:\/\/www.italianme.it\/?p=11036"},"modified":"2024-02-02T11:30:33","modified_gmt":"2024-02-02T10:30:33","slug":"notte-di-san-giovanni-magia-tradizione","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.italianme.it\/it\/blog-it\/notte-di-san-giovanni-magia-tradizione\/","title":{"rendered":"La Notte di San Giovanni tra magia e tradizione"},"content":{"rendered":"
[vc_row][vc_column][vc_column_text]Quest\u2019anno Firenze rimarr\u00e0 orfana dei bellissimi fuochi d\u2019artificio in onore di San Giovanni<\/strong>,\u00a0patrono della citt\u00e0. I fochi<\/i>, come si chiamano qui in Toscana, sono da secoli una delle tradizioni pi\u00f9 amate e seguite. Tuttavia, a causa dell\u2019epidemia di COVID19, anche questa festa, come molte altre, verr\u00e0 rimandata al prossimo anno. Il sindaco Dario Nardella ha annunciato che il 24 giugno ci sar\u00e0 un evento on-line, cos\u00ec come accadr\u00e0 anche a Torino e Genova, altre citt\u00e0 d\u2019Italia che condividono con Firenze il culto del Santo. Ma perch\u00e9 questa tradizione \u00e8 cos\u00ec importante da provocare molta tristezza per la sua assenza e la necessit\u00e0 di continuarla, anche se in modalit\u00e0 diversa, nonostante tutto?<\/p>\n La Firenze romana aveva scelto il dio Marte come proprio protettore e niente cambi\u00f3 fino al VI secolo d. C., quando i Longobardi<\/strong>, che controllavano la citt\u00e0, decisero che San Giovanni Battista\u00a0<\/strong>sarebbe stato il nuovo patrono, anche se si dovr\u00e0 aspettare almeno fino al Duecento per vedere una celebrazione ufficiale del Santo. Della festa originale si sono mantenute tutte le tradizioni, ma con alcune eccezioni. Per esempio, non esiste pi\u00f9 il palio dei Cocchi, corsa di carrozze e cavalli che si svolgeva il 23 giugno in piazza Santa Maria Novella. Ancora oggi, i due obelischi che decorano la piazza ricordano l\u2019esistenza del palio, voluto da Cosimo I e durato fino al 1858.\u00a0<\/p>\n Sono ancora un\u2019attrazione centrale dei festeggiamenti i vari cortei\u00a0che attraversano la citt\u00e0 e uniscono gli edifici pi\u00f9 importanti: da Palazzo Vecchio al Battistero e al Duomo per la messa e l\u2019offerta dei ceri votivi. Poi da Piazza Santa Maria Novella a Piazza Duomo e Piazza della Signoria, per terminare in Piazza Santa Croce. Un tempo, l\u2019unione fra Duomo e Battistero\u00a0<\/strong>era resa ancora pi\u00f9 evidente grazie a un tetto di teli che univa i due edifici e che veniva chiamato cielo<\/i>. A queste sfilate partecipano le autorit\u00e0 cittadine, i figuranti del corteo storico e il clero fiorentino.<\/p>\n Con il proseguire della giornata, il tono civico e religioso viene decisamente messo da parte con la finale del famoso Calcio Storico<\/strong>, dove i quattro quartieri del centro citt\u00e0 (gli azzurri di Santa Croce, i bianchi di Santo Spirito, i rossi di Santa Maria Novella e i verdi di San Giovanni) si affrontano in una sfida all\u2019ultima caccia<\/i> (il gol di questo antico sport) e anche all\u2019ultimo colpo! La giornata si chiude con i fochi<\/strong><\/em>, che inizialmente non erano altro che un grande fal\u00f2 acceso sotto la Loggia dei Lanzi. In seguito, con la scoperta della polvere da sparo, si iniziarono a progettare dei veri e propri spettacoli pirotecnici, che oggi hanno come base il suggestivo Piazzale Michelangelo.\u00a0<\/p>\n Se adesso le celebrazioni per San Giovanni si svolgono solo durante la giornata del 24 giugno, anticamente iniziavano il 21, proprio a ridosso del solstizio d\u2019estate<\/strong>\u00a0nell\u2019emisfero settentrionale. Infatti questo appuntamento, prima di essere un giorno del calendario cristiano, \u00e8 a tutti gli effetti una festa pagana<\/strong>. Se nel caso del culto del Santo, simbolo della rettitudine morale e politica, si aspirava a un governo giusto, attraverso i riti pagani si cercava di stimolare la forza dei raggi del Sole che, proprio da quel giorno in poi, iniziano a perdere potenza fino al solstizio d\u2019inverno.<\/p>\n Questo periodo dell\u2019anno, e in particolare la notte fra il 23 e il 24 giugno, \u00e8 riconosciuto come un tempo magico da molte culture anche distanti fra loro. Soprattutto nel Medioevo, la \u201cnotte delle streghe\u201d<\/strong>, che arrivava subito dopo il solstizio d\u2019estate, era un momento di rinascita dove si mettevano in atto riti legati alla fertilit\u00e0, al raccolto, alla bella stagione e alla terra in generale. La pianta simbolo era l\u2019iperico<\/strong>, o fiore di San Giovanni, considerato un notevole rimedio contro gli spiriti maligni. Nel passaggio fra la primavera e l\u2019estate, anche nella campagna toscana l\u2019iperico colora di giallo i prati e, insieme ad altre erbe officinali, ancora oggi \u00e8 il protagonista di piccoli rituali, come la produzione dell\u2019oleolito di iperico<\/strong>, un olio dal colore rossastro (come il sangue di San Giovanni) ottenuto dalla macerazione dei fiori e utile rimedio contro scottature solari ed eritemi. Un\u2019altra usanza \u00e8 quella di preparare l\u2019acqua di San Giovanni<\/strong>: dopo aver raccolto con cura erbe aromatiche, fiori e piante spontanee di stagione, si mette il tutto in una brocca con dell\u2019acqua, che verr\u00e0 lasciata fuori esposta alla luce della luna. L\u2019acqua servir\u00e0 per lavarsi la mattina seguente, come simbolo di rinascita e purificazione.<\/p>\n <\/p>\n